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Itinerari partigiani – Felice Cascione e “Fischia il vento”

Santuario Madonna del Lago Alto

Itinerari partigiani – Felice Cascione e “Fischia il vento” – Ad Alto, dal Santuario di Madonna del Lago a Case Fontane

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Risalendo la val Tanaro fino alla frazione Cantarana, oltre Ormea, si imbocca la Strada provinciale che attraverso il colle di Caprauna conduce verso la Riviera ligure. Discendendo oltre lo spartiacque, giù per la val Pennavaire, si raggiunge la città di Albenga. I primi due Comuni che si incontrano dopo il colle sono Caprauna ed Alto, ultimi avamposti del Piemonte, della Provincia di Cuneo e della Diocesi di Mondovì a 30 km (di curve) dal mare.

Felice Cascione Fischia il vento
Un manifesto ritrae Felice Cascione con il testo, corretto a mano, della canzone “Fischia il vento”. Mostra fotografica ad Alto (Cn)

Durante la seconda guerra mondiale in quest’area operavano le brigate partigiane “Garibaldi”, legate a Partito Comunista. E proprio ad Alto perse eroicamente la vita il comandante Felice Cascione, detto “U Megu” (Il Medico). Imperiese, figlio di una maestra ed orfano di padre, aveva brillato nella pallanuoto e negli studi, laureandosi in medicina a Bologna dopo un percorso di studi tra Genova e Roma, sempre affiancando allo studio la militanza antifascista, fino all’adesione clandestina al Partito Comunista bolognese. Scoppiata la guerra fu arruolato e mandato come medico a Mentone, nella Francia occupata. Tornato a Imperia come civile, si procurò in breve tempo la fama di medico sensibile e generoso. Dopo l’8 settembre 1943 entrò nella Resistenza, diventando comandante di una banda partigiana di ispirazione comunista operante nell’entroterra di Imperia e Albenga, continuando la sua attività di medico per i partigiani e la popolazione civile.

Felice Cascione e “Fischia il vento”

Nei pochi mesi tra l’inizio della Resistenza e la sua morte, Felice Cascione fece in tempo a comporre, insieme ad uno dei suoi uomini che era salito in montagna portandosi la chitarra, il famoso canto partigiano “Fischia il vento”, un vero inno delle brigate “Garibaldi”, inneggiante al coraggio dei partigiani e al nascente “sol dell’avvenire”, sulle note della canzone popolare russa “Katjuša”. L’inno venne intonato per la prima volta durante la messa di Natale 1943 nella frazione Curenna di Vendone e poi, in modo ufficiale, davanti alla chiesa di Alto, il giorno dell’Epifania 1944.

Dal Santuario della Madonna del Lago a Case Fontane, dove morì Felice Cascione

Santuario Madonna del Lago Alto
A destra il Santuario di Madonna del Lago. A sinistra l’originaria chiesetta seicentesca, adibita ora a locanda

Scendendo in auto da Caprauna verso Alto, si imbocca sulla sinistra la stradina in salita che, in meno di 3 km, conduce al piccolo Santuario di Madonna del Lago (su Google maps qui). Si tratta di una chiesa costruita tra i boschi a fine 1800, vicino ad una più antica costruzione religiosa del 1600 (oggi trasformata in locanda), nei pressi di un ameno laghetto, di un’area pic-nic attrezzata e di un piazzale dove è possibile lasciare l’auto. Da qui si imbocca a piedi il sentiero che, dietro al Santuario, oltre il lago, sale ripido nella boscaglia, fino a raggiungere una zona in quota ormai priva di alberi e con uno splendido affaccio sulla val Pennavaire, da cui si vedono Alto e il suo castello, Albenga ed il mare. Il sentiero prosegue fino a Case Fontane, una piccolissima frazione abbandonata, lungo una strada sterrata (a mezz’ora di cammino dal Santuario). Qui, su una casa, si trova la lapide che ricorda la morte di Felice Cascione.

Felice Cascione sentiero
Scorcio panoramico sulla val Pannavaire, sul sentiero che conduce a Case Fontane. Tra il verde spicca il paese di Alto. In fondo alla valle, Albenga e sullo sfondo, il mare

Il 27 gennaio 1944, una colonna della 356ª Divisione di fanteria tedesca con alcuni fascisti italiani era risalita da Alto a Case Fontane occupando l’edificio che ospitava il comando partigiano di “U Megu”, su cui sventolava la bandiera rossa. Cascione ed altri due uomini tentarono di riconquistare l’accampamento per recuperare i documenti della Brigata, ma “U Megu” fu colpito ad un ginocchio e si asserragliò poco a monte di Case Fontane, dove, dopo aver ordinato ai suoi compagni di mettersi in salvo, fu catturato insieme ad un altro partigiano. Non è chiaro in che modo sia morto: secondo fonti fasciste e tedesche fu catturato e subito fucilato; un documento dei Carabinieri di Cuneo afferma che morì combattendo; alcuni giornali clandestini dell’epoca raccontano invece che si tolse la vita per non cadere prigioniero. Poco a monte di Case Fontane, sul luogo dell’uccisione di Cascione, è stato eretto un monumento (qui su Google Maps). Per il ritorno si può utilizzare la stradina sterrata che ridiscende al parcheggio dopo un tornante.

Felice Cascione Fischia il vento Case Fontane
L’edificio che ospitava il comando con la lapide che ricorda Felice Cascione

Dopo la morte dell’ormai leggendario comandante, molti giovani entrarono nelle file partigiane e la sua Brigata divenne «2ª Divisione d’assalto Garibaldi “Felice Cascione”». Tra gli altri vi si arruolò lo scrittore Italo Calvino, che, nel dopoguerra, raccontò la Resistenza dell’entroterra ligure nel romanzo capolavoro “Il sentiero dei nidi di ragno”.

Nella mostra fotografica ad Alto, le foto di Felice Cascione e della sua Brigata – Nel paese di Alto, all’Oratorio di San Bartolomeo (qui) si può visitare una commovente mostra fotografica permanente dedicata alla Resistenza ed in particolare a “U Megu” e ai suoi partigiani.

Mostra Felice Cascione Fischia il vento
La mostra fotografica permanente ad Alto

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ITINERARI PARTIGIANI NEL MONREGALESE –  Felice Cascione e “Fischia il vento”- Ad Alto, dal Santuario di Madonna del Lago a Case Fontane

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