Spostiamoci un po’ più in là, in un altro posto e in un altro tempo.
Londra, inizio del secondo scorso.
Lo stesso problema affliggeva l’azienda di trasporti: con l’incremento della metropolitana, e la costruzione di linee sempre nuove, per la clientela stava diventando veramente troppo complicato farsi strada nel dedalo di linee e stazioni che percorreva i sotterranei, come un tortuoso sistema nervoso nel cuore della città. Troppo complesso decifrare le mappe, sempre più accurate, che riproducevano ogni voluta, ogni curva delle linee,nello sforzo di sovrapporre la superficie della City con il buio e veloce mondo della “Tube”.
Fino all’arrivo di un anonimo impiegato, di nome Harry Beck.
Nel 1931 furono stampate le prime 500 copie del suo cartogramma riassuntivo. Un disegno geniale, perché rivoluzionario è il concetto su cui è impostata. «Beck fece questa mappa come la somma di quattro o cinque mosse completamente irragionevoli –raccontava Alessandro Baricco in una conferenza mantovana – e qui sta il genio». Pochi tipi di angoli, medesime distanze per tutte le stazioni della metropolitana; corrispondenza alla realtà geografica soltanto relativa.
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