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Mondovì, “Liber” il Museo della Stampa

Foto di Michelangelo Musso

A pochi passi da piazza Maggiore, proseguendo lungo via Vico per svoltare a destra in piazza d’Armi, è possibile raggiungere un importante Museo monregalese, dedicato ad una grande tradizione storica di Mondovì: il Museo della Stampa. Tuttora la città è molto vivace a livello editoriale, ma ha una lunga e blasonata tradizione nel campo. Fu Mondovì a dare alle stampe il primo libro del Piemonte, grazie al lavoro di Baldassarre Cordero e dello stampatore Antonio di Mattia di Anversa, nel 1472: il “Confessionale” del domenicano Sant’Antonino Vescovo di Firenze. Da allora altre tipografie aprirono: il culmine della stampa in città si ebbe con l’apertura, nel XVI secolo, dell’Università a Piazza.

Il Museo della Stampa attualmente è gestito da Noau – officina culturale. È ospitato in un luogo storico di Mondovì: il complesso dell’antico Collegio delle Orfane, edificio del XVII secolo progettato dal grande architetto monregalese Francesco Gallo, autore di alcuni tra i più significativi edifici della zona (tra le altre cose fu lui a completare il Santuario di Vicoforte). In origine era il convento dei Carmelitani Scalzi, a cui si deve anche la costruzione dell’annessa chiesa della Misericordia, pregevole opera architettonica di inizio Settecento. Fu nel 1802, in seguito alle soppressioni napoleoniche, che il fabbricato venne assegnato all’Istituto delle Orfane, ente benefico che accoglieva bambine in età scolare, che lo occupò fino agli anni Sessanta del secolo scorso.

I primi due piani dell’edificio ospitano il Museo della Stampa e i Laboratori di Tipografia: qui si troveranno i torchi e le presse, i caratteri e gli inchiostri, per conoscere la storia della tipografia e per consentire ai visitatori – bambini compresi – di… sporcarsi le mani, come gli antichi stampatori. Il percorso è multimediale, con proiezioni e contributi video, e sfrutta le tecnologie più innovative: le macchine in esposizione infatti sono dotate di un qr code che è leggibile con i tablet del Museo. In questo modo sarà possibile accedere a ulteriori video e contenuti esclusivi, per approfondire ulteriormente

Il percorso del Museo non è solo dedicato alla tecnologia e ai cimeli: è pensato per consentire al visitatore di entrare nell’atmosfera del lavoro tipografico, ascoltando i suoni delle macchine e dei torchi ma anche ascoltando i racconti di chi per tanti anni ha lavorato per creare manifesti e pubblicazioni. Simpatica mascotte di tutta la visita, la figura di Baldassarre Cordero in persona accoglie i visitatori e li accompagna tra le varie sale.

Spazi significativi del Museo della Stampa, i due laboratori tipografici, con cui sarà possibile toccare con mano il funzionamento dei vari procedimenti, vedere all’opera torchi e caratteri mobili e produrre alcuni stampati.

In tutto il Museo della Stampa conta sei sale espositive, ed espone le macchine che hanno fatto la storia della stampa: dalle più rudimentali, con pannelli dedicati ad approfondimenti circa le grandi figure (da Gutenberg a Bodoni passando per Garamond) passando alle più recenti: dal torchio alla linotype, dal ciclostile alla pressa. La macchina più antica è un torchio tipografico del XVII secolo, appartenuto all’Università di Torino, ma sono esposte anche alcune macchine utilizzate da Don Bosco nella prima scuola per tipografi. Inoltre, è presente la pianocilindrica storica che battezzò il primo numero della Gazzetta del Popolo. Inoltre è possibile vedere meravigliose collezioni di caratteri mobili di tutti i materiali. Il museo è stato completamente rinnovato ed ha riaperto i battenti a gennaio 2022: è solo il primo passaggio di quello che diventerà il polo culturale del libro in città. Il passo successivo sarà il trasferimento dei 25.000 volumi del fondo storico della biblioteca nei piani superiori dell’edificio. Uno dei fondi più importanti nel panorama del basso Piemonte. I tomi più antichi risalgono al XV secolo, ma la collezione si estende fino ai giorni nostri, comprendendo incunaboli, cinquecentine, cartografia locale e preziose pubblicazioni. Al primo piano inoltre, è ricostruita interamente una tipografia familiare, grazie alla donazione Belloni, ed è presente un laboratorio di grafica, dedicato all’incisore Francesco Franco.

Questo Museo, che ospita la più completa raccolta pubblica di macchine per la stampa d’Italia, è stato aperto nel 2001 della quale il nucleo più consistente è costituito dai pezzi della collezione di Ernesto Saroglia (1908-1989), geniale inventore e costruttore di macchine per la stampa diffuse in tutto il mondo. A questi si sono aggiunti altri pezzi della Editrice Tipografia Moderna di Nizza Monferrato, che nel 2001 ha chiuso l’attività.

All’ingresso del Museo sono forniti dei tablet: tramite le app preinstallate sugli strumenti è possibile accedere, tramite i qr code indicati sulle macchine in esposizione, a contenuti extra: interviste e video in due diverse lingue e dotati anche del supporto L.i.s.


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MUSEO CIVICO DELLA STAMPA DI MONDOVI
Per il mese di aprile il museo è aperto il sabato e la domenica dalle 10 alle 19 (ultimo ingresso alle 18)

A partire da maggio è aperto anche il giovedì e il venerdì dalle 14 alle 18 (ultimo accesso alle 17). Il sabato e la domenica dalle 10 alle 19.

Per informazioni è possibile consultare il sito del Museo all’indirizzo www.museostampamondovi.it o scrivere all’indirizzo mail info@museostampamondovi.it. Inoltre, sono disponibili le pagine social del museo su Facebook e Instagram

Mondovì, la fune che sale e scende

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